sabato 15 gennaio 2011

Inversione dei poli magnetici e moria di volatili: c'è una relazione?





Numeri di una moria inspiegabile: 3 miliondi volatili, quasi un milione di specie marine, il fenomeno tocca anche l'Italia e per ora le spiegazioni non ci sono. Gli esperti stanno lavorando ma è difficile pensare ad una causa unica, che unisca specie e territori così diversi, se non qualcosa che è stato evocato più volte da molti: l'inversione della polarità terrestre. E' possibile mettere in relazione gli ultimi eventi ad un cambio degli equilibri magnetici del nostro mondo? Abbiamo provato a scoprirlo.
Partiamo da un dato quasi per certo. L’ultima inversione dei poli si verificò circa 780.000 anni fa. Negli ultimi 100 anni il polo nord magnetico si è spostato di 1100 Km, ogni anno (dal 1970) lo spostamento è di circa 40 km, negli ultimi 400 anni l’intensità del magnetismo è diminuita del 10%. Vicino o meno, arriverà prima o poi il momento in cui si verificherà l’inversione magnetica, e allora quali saranno le possibili conseguenze? Sicuramente ne risentirebbero soprattutto gli animali; infatti gli animali utilizzano il magnetismo terrestre per orientarsi, mettendo a rischio le migrazioni per quanto riguarda gli uccelli per esempio, ma anche altri animali avrebbero problemi come gli abitanti dei mari (balene e beluga).



Ecco perchè gli ultimi fatti lasciano quantomeno perplessi, perchè le specie coinvolte sono esattamente quelle citate prima. Non risulta per esempio che esistano morie di cani, gatti o altri animali, per intenderci.



Ma non sarebbero solo gli animali ad avere problemi. Durante le fasi di transizione della polarità ci potrebbero essere problemi per i satelliti artificiali e di conseguenza difficoltà in tutta quella serie di situazioni della nostra vita che oramai sono governate dai satelliti messi in orbita geostazionaria dall’uomo sopra la Terra (ad esempio il sistema delle comunicazioni potrebbe essere messo in grossa crisi). Si potrebbero avere delle problematiche anche per il nostro organismo: tante funzioni fisiologiche sono, se non regolate del tutto, almeno sotto l’influenza del campo magnetico terrestre. Da uno studio dell’Unione europea di geoscienze, i problemi di salute legati al campo geomagnetico interessano il 10-15% della popolazione del pianeta. Per esempio il ritmo circadiano che induce la liberazione di un ormone importantissimo per mantenere intatto il ritmo sonno-veglia, cioè la melatonina, si potrebbe alterare, provocando insonnia e un aumento dei fenomeni depressivi. Tutto quanto abbiamo descritto potrebbe però non verificarsi affatto, infatti se l’inversione polare avvenisse lentamente sia gli animali che l’uomo riuscirebbero ad adattarsi. Ed ecco il punto: l'inversione dei poli sicuramente avverrà, ma in quanto tempo? La differenza sta tutta qui.
Gary Glatzmaier, docente di Scienze della Terra all’Università della California di Santa Cruz, pensa che non ci sarebbero conseguenze rilevanti e ttuto avennisse lentamente: «Le inversioni impiegano qualche migliaio di anni per compiersi. E quando ciò avviene, la Terra non rimane affatto scoperta. Semplicemente, le linee magnetiche di forza vicine alla superficie della Terra si intrecciano e si fanno più complicate. Un polo magnetico sud potrebbe comparire in Africa, per esempio, o un polo nord a Tahiti. Strano, è vero. Ma il campo magnetico è sempre presente e non smette mai di proteggerci dalle radiazioni cosmiche e dalle tempeste solari».


E se invece tutto questo accadesse velocemente? il quadro cambia. I geologi che studiano il passato della Terra hanno riscontrato che i mutamenti del clima hanno quasi sempre coinciso con cambiamenti nel campo magnetico del nostro pianeta. Che rapporto ci sia fra i due fenomeni non è chiaro; ma c'é chi avanza l'ipotesi che l'estinzione improvvisa di intere specie viventi verificatesi più volte nel passato, sia da far coincidere con le brusche alterazioni del campo magnetico. Che queste alterazioni si siano verificate, è ormai provato.
Un nuovo rovesciamento improvviso provocherebbe forti terremoti lungo le faglie della crosta terrestre, e gigantesche ondate di marea, generate da movimenti dei fondali oceanici. Si delineerebbe uno scenario di isole inghiottite dai flutti, coste spazzate dalle onde, porzioni di continenti sommerse, mentre parte dei fondali potrebbe invece emergere alla luce. Una prospettiva da diluvio universale.


Se l'asse della Terra dovesse ribaltarsi completamente, tutto il pianeta sarebbe squassato da uragani e onde di marea. Ci sono indizi che conforterebbero questa teoria. I grandi depositi di carbone in Inghilterra indicano che un tempo quelle regioni dovevano avere clima tropicale, con grandi foreste e paludi. Anche vaste aree del Nord America erano analogamente ricoperte da foreste pluviali. Per contrasto, l'Australia occidentale e l'Africa meridionale erano sepolte sotto una coltre di ghiaccio.
Ecco dunque che questa moria di animali, per ora non ci deve allarmare

Fonte: www.ufoonline.it

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