mercoledì 2 giugno 2010

ERUZIONE MASSIVA SUL SOLE



La sonda SDO ha appena osservato un’eruzione massiva sul Sole, una delle più grandi da

parecchi anni a questa parte” dice Lika Guhathakurta della NASA "..il filmato non solo è drammatico, ma ci ha permesso

di risolvere un annoso mistero della fisica solare"

Non più tardi di una settimana fa, gli scienziati della NASA che lavorano con la sonda SDO avevano rilasciato i filmati più entusiasmanti che mai si siano potuti vedere: ora si ripetono.

“La sonda SDO ha appena osservato un’eruzione massiva sul Sole, una delle più grandi da parecchi anni a questa parte” dice Lika Guhathakurta della NASA “il filmato non solo è drammatico, ma ci ha permesso di risolvere un annoso mistero della fisica solare.”

Karel Schrijver, della Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory prosegue nell’analisi: “Possiamo vedere un miliardo di tonnellate di plasma magnetizzato mentre viene sparato nello spazio, con i detriti dell’esplosione che ricadono sulla superficie del Sole. Questi sono i nostri migliori dati finora.”




Il filmato copre quattro ore ed un’estensione spaziale di più di 100.000 km: “E’ enorme”, dice Schrijver ed infatti il nostro pianeta potrebbe benissimo trovare posto tra i due getti di plasma e ancora rimarrebbe spazio intorno.

Gli astronomi hanno già osservato esplosioni simili in precedenza, ma raramente così estese e mai con questa fluidità di dettagli. Come membro di un team di scienziati, Alan Title della Lockheed Martin ha puntualizzato che “nessun altrotelescopio può raggiungere una risoluzione combinata spazio-temporale come quella della sonda SDO”.

Schrijver afferma che la parte che preferisce del filmato è quella della pioggia coronale e spiega che “Grumi di plasma stanno ricadendo sulla superficie del Sole e creano chiazze bianche laddove la colpiscono: è un fenomeno che sto studiando da anni” (nella foto a fianco due grumi sono indicati con due cerchi bianchi).



Sopra: un filmato dell’eruzione con le temperature codificate con colori differenti. Zone rosse e arancioni sono “fredde” (da 60.000 a 80.000°K), zone blu e verdi invece sono “calde” ( da 1 milione a 2.200.000°K). Come detto già, è presente un baffo di polvere sulla camera CCD. Filmato SDO/AIA.



La pioggia coronale ha rappresentato per lungo tempo un mistero. Non è strano che il plasma possa ricadere sulla superficie del Sole, dato che in quella zona la gravità è veramente forte. La cosa strana però è la lentezza con cui sembra ricadere la pioggia coronale. E si domanda “L’attrazione gravitazionale del Sole dovrebbe attirare il materiale più velocemente di quando effettivamente accada: cos’é che rallenta la discesa?”. Per la prima volta la sonda SDO fornisce una risposta!

Schrijver dice che “la pioggia sembra essere mantenuta a galla da un “cuscino” di gas bollente. Osservazioni precedenti non l’avevano mostrato, ma effettivamente è lì presente”.

Una delle capacità aggiuntive della sonda SDO è la possibilità di misurare le temperature. Sfruttando una matrice di telescopi nell’ultravioletto chiamata AIA (Atmospheric Imaging Assembly), l’osservatorio può misurare remotamente la temperatura del gas nell’atmosfera solare. La pioggia coronale si rivela relativamente fredda, con appena 60.000°K (sono gradi Kelvin: per ottenere il valore in °C bisogna sottrarre 273, ma il risultato è praticamente identico). Quando cade, la pioggia viene sorretta in parte da un cuscino sottostante di materiale più caldo, avente temperatura tra 1 milione e 2.200.000 °K (vale la stessa considerazione precedente!)

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“Potete vedere questo gas caldo, nel filmato in cui la temperatura è codificata con colori differenti” afferma Schrijver “Il materiale freddo è rosso, mentre il materiale più bollente è blu-verde: ed è proprio il gas più caldo a rallentare la discesa della pioggia coronale.”

Dick Fisher, il responsabile per la NASA della Divisione di Eliofisica a Washington, lavora sulla fisica solare da circa 40 anni. “In tutti questi anni, afferma entusiasta, non ho mai visto nulla di simile”.

“E mi domando cosa ci porterà la prossima settimana!

Articolo originale: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2010/27apr10_plasmarain/

Fonte: www.segnidalcielo.it

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