mercoledì 23 dicembre 2009
Il punto di non ritorno
Se le previsioni dei Maya fissano l’anno delle svolte al 2012, il modello di previsione sui cambiamenti climatici Climate Risk Industry Sector Technology Allocation (CRISTAL) fissa il punto di non ritorno per il controllo dei cambiamenti climatici al 2014. Il rapporto si intitola Climate Solutions 2:Low-Carbon Re-Industrialisation e è stato scritto da un gruppo di australiani esperti in climate risk che scrivono:
Il mondo ha bisogno di ridurre le emissioni entro il 2014. Le industri verdi devono aumentare del 22% per anni e è necessario tagliare le emissioni del 63% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990.
Le industrie si dovranno trasformare e l’energia dovrà essere solo da fonte rinnovabile, la Co2 andrà catturata e stoccata, sarà necessaria l’efficienza energetica, agricoltura e selvicoltura sostenibile. Cosa dovrebbe accadere secondo il rapporto se la scadenza non è rispettata? Ebbene, sarà molto difficile la marcia indietro e il disastro climatico sarà compiuto. Ovviamente, è bene specificarlo, si parla di modelli di previsione e non di reali previsioni. Ma il WWF intende porre l’accento sul fatto che una presa di posizione netta rispetto alla riduzione delle emissioni è necessaria.
Il clima e le foreste possono andare a ramengo. Il testo concordato da Stati Uniti, Cina, India, Brasile e Sudafrica, sembra un semplice pacco attorno al nulla: nessun obiettivo vincolante, niente target di emissioni per ciascun paese, nessun serio obiettivo per il 2020 o per il 2050.
Unico numero fornito: le temperature globali non dovranno aumentare più di due gradi. Ma senza misure concrete, è come se si volesse intimare al clima di regolarsi da solo. “Fermati o sole”, disse Giosuè. Numerosi paesi di Africa, Oceania e America Latina si sono rifiutati di fermare l'accordo, definendolo una vergogna. La formula adottata - “prendere nota” - evidenzia la mancanza di accordo.
Il piano per la protezione delle foreste (Reducing Emissions from Deforestation and Degradation - REDD), è affondato assieme all'accordo sul clima, e ora si dovrà aspettare un altro anno.
Nel corso delle negoziazioni, Stati Uniti e Colombia avevano eroso il testo dell'accordo, tentando di escludere i diritti indigeni dalla gestione delle foreste. Ora l'intero pacchetto è stato congelato, in attesa che sia definito il trattato sul clima.
Ogni anno vengono abbattuti 13 milioni di ettari di foreste, producendo circa un quinto delle emissioni globali di gas serra. “Il fallimento del processo volto a creare un sistema che finanzi e regoli la protezione delle foreste del pianeta si tradurrà nella prosecuzione del taglio e della conversione delle foreste in piantagioni - ha commentato Stephen Leonard, dell'Australian Orangutan Project - i popoli delle foreste non avranno protezione, e altre specie minacciate si estingueranno”.
Sentiamo in noi la responsabilità di lottare per affermare la speranza di un futuro migliore
UN NUOVO MONDO DA GESTIRE
Come diceva la mia amica Carla Suberati, la nostra amata Terra sta lentamente agonizzando a causa dei nostri comportamenti scellerati perpetuati in nome del cosiddetto progresso scientifico ed economico, nome che maschera invece lo sfruttamento sconsiderato al limite della follia umana! Come possiamo ancora permettere tutto questo?! Come è possibile che ancora non ci rendiamo conto che tutto ciò che riguarda la Terra, riguarda anche noi. Noi siamo collegati profondamente, indissolubilmente a lei e al suo benessere, se lei si ammala, noi ci ammaliamo, se lei morirà, noi moriremo, perché siamo UNO con lei e con tutte le forme di vita!
In un mondo che fluttua tra i colossi miliardari delle tecnologia avanzate e i magnati di Internet, noi usiamo tutt'ora un'infrastruttura energetica primitiva - il carburante combustibile - la cui scoperta risale al 1800. Questa fonte energetica minaccia tutto ciò che siamo e potremmo essere, trasformando il nostro futuro in un mare di cenere inquinata, facendo del nostro mondo un luogo dove l'unica cosa che conta è "il possesso". In un mondo dove i 250 individui più ricchi possiedono i beni della metà della popolazione terrestre, e nel quale sembriamo destinati a respirare grosse nuvole di fumo grigio ( oltre alle sostanze chimiche che piovono dal cielo), che importanza ha il fatto che non siamo soli nell'Universo, e che il nostro pianeta è stato già visitato da civiltà extraterrestri? Perché in quel segreto si fondano una grande speranza ed una grande promessa.
l'unica cosa che conta è "il possesso"
Oggi vogliamo avere una visione non solo apocalittica e millenaristica, ma piuttosto proiettata verso un futuro nel quale l'attuale malessere generale e i tremendi problemi mondiali vengano trasformati in qualcos'altro, un'epoca di speranza e di grande civiltà. Un'epoca in cui prevediamo la nascita di una società globale di pace, basata sul rispetto tra i popoli, progredita tecnologicamente, che continuerà ad evolversi per molti altri secoli, anziché terminare in questo. Di positivo c'è che sappiamo come realizzare questo grande progetto. Esistono già le risposte, e un futuro radioso ci attende. Di negativo c'è che, immersa nell'apatia e nel disinteresse, la gente non vede davanti a sé queste risposte.
Sentiamo quindi in noi la responsabilità di lottare per affermare la speranza di un futuro migliore. Naturalmente, è più facile volere una vita normale, la carriera, i soldi e il quieto vivere. Ma è forse questo il motivo per cui il mondo versa oggi in simili condizioni? Così, per i nostri figli e per tutti quelli che si interrogano e si preoccupano per la nostra lotta ed i rischi che essa implica, e anche per quanti si chiedono "Perché preoccuparsi?", auspico la nascita:
Di un tempo in cui sapremo di non essere soli, e che non lo siamo mai stati veramente. Improvvisamente la Terra diventerà una piccolissima isola blu nell'immenso Universo, e noi scopriremo di essere un'unica famiglia su di essa.
Di un tempo in cui la gente verrà rappresentata da persone che si opporranno alle forze occulte di sfruttamento e abuso del potere, e infine si vedrà esaudita la promessa di democrazia e di una società aperta e libera.
Di un tempo in cui tutto il complesso meccanismo militare e industriale, da migliaia di miliardi di dollari, sarà trasformato in un motore creato non per distruggere, ma per aiutare tutte le genti del mondo.
Di un tempo in cui le tecnologie di origine aliena, già replicate ed inserite nei progetti occulti gestiti solo da poche persone, saranno rese note e diverranno proprietà di tutti.
Di un tempo in cui, grazie a questi progressi, ogni casa ed ogni insediamento disporranno della propria fonte energetica, non a consumo di carburante e non inquinante dell'aria, dell'acqua o della terra.
Di un tempo in cui il terzo mondo sarà liberato dalla povertà imposta oggi dalle limitate risorse e dagli elevati costi energetici, e i suoi rappresentanti siederanno pari a pari con le ricche nazioni dell'emisfero settentrionale.
Di un tempo in cui utilizzeremo lo spazio come nuova frontiera per le nostre esplorazioni e scoperte, non come rampa di lancio per una nuova guerra.
Di un tempo in cui la Terra i suoi abitanti prenderanno serenamente il loro posto tra gli abitanti di altri pianeti, unendosi in una spirale evolutiva che durerà millenni.
Di un tempo in cui i milioni di acri di terreno fertile ora sepolti sotto le autostrade saranno liberati e coltivati per il bene comune, mentre le astronavi aliene, attualmente custodite in basi sotterranee a beneficio di pochi, fluttueranno silenziosamente e liberamente da un luogo all'altro.
Di un tempo in cui la bruttura dei tralicci elettrici e telefonici, delle centrali e dei rifiuti tossici e nucleari diverrà irrilevante, perché tutte le fonti energetiche nelle nostre case e negli uffici saranno libere e non inquinanti.
Di un tempo in cui i nostri cieli, l'azzurra atmosfera del nostro amato pianeta, non sarà più soggetta a bombardamento di scie chimiche atte ad immettere veleni altamente tossici per noi tutti e per la Terra stessa.
Di un tempo in cui non ci sarà bisogno di radere al suolo le foreste pluviali o bruciarle per ottenerne legna da ardere e terreno coltivabile poco produttivo, visto che nuovi dispositivi energetici e produttivi porranno fine per sempre a questo inferno.
Di un tempo in cui la più disperata malnutrizione e la più dura delle più ingiuste miserie, che alimentano tanta irrequietezza e sofferenza sociale, saranno sostituite da una cultura di abbondanza, e non da un gioco di avidità a tanti zeri.
Di un tempo in cui l'esplorazione della mente e del potenziale umano sostituirà lo sfruttamento degli altri.
Di un tempo di sicurezza collettiva, in cui tutte le genti del mondo prometteranno solennemente di osservare una pace inviolabile ed universale, e non permetteranno ad alcun leader o gruppo di invadere un territorio o sfruttare il prossimo.
Di un tempo in cui tutti gli esseri - umani o altro - saranno rispettati e protetti in maniera equanime per la loro interiorità, e non giudicati in base alla razza, sesso o per altre caratteristiche esteriori, e neppure in ragione del proprio pianeta di origine.
Per giungere ad un'epoca simile, dovremo sicuramente lottare, e a costo di qualche giustificato sacrificio. A noi non resta che scalare l'ultima montagna, e poi questa visione diverrà realtà. Non ci manca che un passo per realizzare tutto questo. Esistono i mezzi per farlo; le tecnologie sono già pronte ed in attesa. Quello che va fatto è ormai sin troppo evidente. L'Universo tende sempre più a stringersi in una simbiosi organica e credo sia esattamente questo che vuole comunicarci. Un mondo migliore ci attende. Noi possiamo crearlo. Lo sapremo gestire? Vale certamente la pena di provarci.
Auguriamo a tutti voi un Felice Natale. In the light... Steven Greer e Massimo Fratini
Fonte: www.segnidalcielo.it
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